Botta e risposta sull’affare Benalla. Io parlo di comunicazione disastrosa e ricatti al presidente. Massimo Nava ricorda il ruolo cruciale di Macron nella difesa dell’Europa.
Macron è da qualche settimana nella bufera per il caso Benalla. All’imbarazzo di questi giorni si sommano i sondaggi in calo, la delusione di vasti strati di popolazione (soprattutto la più debole, che lo considera il presidente dei ricchi) la mobilitazione delle opposizioni, che rialzano la testa, e dei sindacati contro le riforme avviate dl governo. D’altra parte, è innegabile che la Francia viva un momento di crescita, di fiducia nella ripresa, di orgoglio ritrovato dopo la vittoria ai mondiali, di maggiore coesione nazionale e -grazie sopratuttto a Macron -di centralità nelle questioni europee. Personalmente, penso che il momento della delusione arrivi per tutti i presidenti. Era inevitabile anche per Macron. Le opposizioni in crisi e la stampa sembravano attendere un passo falso…. Il caso Benalla rivela una pericolosa disinvoltura istituzionale e contraddizioni all’interno degli apparati dello stato, ma credo che sia stato anche eccesivamente amplificato.
Massimo Nava
Eva Morletto
D’accordo, qualche cosa è andato storto. Non solo qualche cosa. Immagine, calendario delle riforme, tenuta della maggioranza, possibile rimpasto di governo. Sono tante le cose che il caso ha innescato. Ma c’è un dato fondamentale di cui tenere conto.Nessuno scandalo, grande o piccolo, puó mettere in discussione il potere presidenziale di porvi rimedio, trovare le contromisure e anche i correttivi mediatici. E’ questa la sostanziale differenza rispetto ad altri Paesi democratici. Nemmeno Trump puó permettersi troppi scandali e passi falsi e di correre il rischio di trovarsi contro il congresso a metà legislatura. Di conseguenza resto dell’idea che il modello Macron e il personaggio Macron avranno ampie possibilità di rilanciare l’azione del governo e l’immagine dell’Eliseo dopo le vacanze.
C’è poi un dato fondamentale. L’Europa, oggi più che mai, ha bisogno di Macron e di Angela Merkel. Basti aggiungere che i loro nemici e avversari sono alleati dei populisti italiani. Il loro indebolimento non farebbe che aumentare i rischi d’implosione dell’intero sistema Ue.
Massimo Nava
D’accordissimo. Emmanuel Macron, nonostante tutto, rimane fra i pochi leader realmente potenti e politicamente credibili a far fronte contro lo tsunami anti-europeista. L’Europa è una signora attempata e un po’ claudicante, afflitta dall’alzheimer che le fa dimenticare l’urgenza di un’uniformizzazione fiscale e convalescente dopo aver subito senza anestesia l’operazione Brexit. Ma è innegabile, l’anziana signora è anche l’unico baluardo possibile contro la zelante macchina economica cinese, contro un Putin che flirta apertamente coi partiti nazionalisti europei e contro un Donald Trump che ci vuole bene a giorni alterni, quando una luna di traverso, un rigurgito di intolleranza o una naturale tendenza senile al brontolio rancoroso non gli fanno mandare all’aria in un secondo accordi stipulati in decenni di diplomazia e certosina pazienza, o riversare nefandezze su Twitter. Macron si fa paladino dell’Europa, le porge il braccio in maniera ossequiosa, come si fa con le vecchie dame quando le si vuole aiutare ad attraversare la strada, senza farsi travolgere dai Salvini e dagli Orban con la loro guida spericolata. E fin qui va bene. Quello che piace meno è il sottile ricatto ai danni dei cittadini europei che non hanno ancora abbandonato la nave rifugiandosi sulle zattere populiste, quelli a cui è rimasto un po’ di giudizio e un po’ di visione a lungo termine. A loro Macron dice « Difendo l’Europa, ma in politica interna faccio quello che mi pare ». Mica per niente l’hanno soprannominato Jupiter. E a proposito di ricatti. Quando François Hollande, venne sorpreso un mattino in rue du Cirque, a bordo della sua Vespa coi croissants caldi nel portabagagli da offrire all’amante Julie Gayet, i Francesi strepitarono indignati. No, non per il tradimento nei confronti della compagna « legittima »: grazie al cielo il maggio ’68, Serge Gainsbourg e gli indimenticabili glutei di Brigitte Bardot hanno per il momento un’influenza morale superiore sui Francesi a quella del puritanesimo crescente. No, ad indignare i Francesi fu il fatto che quella relazione segreta mettesse il presidente nella posizione di subire un ipotetico ricatto. La Gayet o persone a lei prossime avrebbero potuto ricattare il presidente. E stiamo parlando di un’innocua attricetta. Che dire di Benalla e compagnia sulla questione « possibili ricatti al presidente »? Che dire di un manipolo di bodyguard dal passato turbolento e dalle amicizie inquietanti, che spadroneggiano senza averne il diritto tra le forze dell’ordine, in piena illegalità, infischiandosene dell’ordine gerarchico e delle leggi repubblicane? Le ultime notizie ci dicono che la perquisizione dell’appartamento di Benalla, è stata pesantemente compromessa dagli stratagemmi e dalle bugie di quest’ultimo. La comunicazione dell’Eliseo nel frattempo si è ripresa dallo choc post-traumatico e ha ritrovato la consueta spavalderia. Ora tentano di minimizzare tutta la faccenda definendola « le feuilleton de l’été », in sostanza « il polpettone estivo ». Ma il fatto di essere in agosto e di leggere i giornali sotto l’ombrellone in tenuta semi-adamitica non significa dover prendere le notizie alla leggera. Né le notizie, né le loro possibili conseguenze. Pena una solenne scottatura.
Eva Morletto